La Guerrilla Bike Lane è una tecnica di protesta usata dai cicloattivisti nel mondo per chiedere più sicurezza per ciclisti e pedoni.
Si tratta di andare (generalmente di notte) sulle strade più pericolose e tracciare una corsia riservata alle bici. Una specie di piano della mobilità ciclistica o Bike Plan fai da te.
La prima applicazione di questa tecnica in modo strutturato risale agli anni ’70 durante le proteste olandesi contro l’accesso smodato delle auto ai centri cittadini che aveva provocato nel solo 1971 400 vittime minori di 14 anni, come viene raccontato in questo video che ripercorre la storia della ciclabilità in Olanda.
Più recentemente queste tecniche sono state utilizzate in Città del Messico dove i Ciclisti Urbani, stanchi di aspettare che le loro richieste decennali venissero ascoltate, hanno iniziato a dipingersi le proprie corsie riservate spingendo gli amministratori a prendere atto della loro necessità. Oggi città del Messico, famosa per il suo traffico infernale è in realtà una delle città più “bike friendly” del mondo.
Anche a New York, Seattle, Toronto…. gli attivisti della bicicletta applicano questa tecnica sulle strade particolarmente pericolose per le biciclette, utilizzando metodiche che permettono in pochissimo tempo di realizzare una vera corsia riservata alla faccia dei tempi impiegati dalla macchina amministrativa.
In Italia è da segnalare il caso dello “stoppe” livornese dipinto in strada dai residenti per salvare qualche vita ad un incrocio pericoloso
Lo stop è stato in seguito cancellato dall’Aministrazione ma il giorno dopo a seguito di un incidente è stato prontamente ridipinto. “ari stoppe” (in toscana significa Stop di nuovo)
Un’altra iniziativa simile, volta a mantenere il patrimonio delle ciclabili cittadini è “adotta una ciclabile“; in questo caso i cicloattivisti d’accordo con l’amministrazione puliscono, ridipingono e curano le ciclabili cittadine.
La Guerrilla Bike Lanes non sempre ottiene risultati positivi: il suo esito dipende dalla sensibilità delle amministrazioni che spesso reagiscono arrestando e multando pesantemente gli attivisti.
Certo è che sarebbe bello poter ridisegnare a proprio piacimento la ciclabilità del mondo!
Quanto ci piacciono questi Robin Hood della bicicletta che rubano alle auto per restituire a bici e pedoni.
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