Aprire un ufficio biciclette è molto semplice, lo si può fare internamente all’ente locale o in una società di servizi collegata (tipo agenzia della mobilità): serve un semplice atto formale (delibera, orientamento di giunta, ecc.) che individui una o più persone che per conto dell’ente seguiranno tutte le iniziative per favorire l’uso della bicicletta, sia promozionali che tecniche nell’ambito territoriale di riferimento. Poi si tratta di capire dove cominciare e la scelta varia da luogo a luogo: si può partire con delle giornate dedicate alla bicicletta, può essere il problema dei furti di bici o la possibilità di offrire biciclette pubbliche, può essere la dotazione di cicloparcheggi o la sperimentazione di forme di bicibus per bambini e adulti. Se poi nel territorio operano associazioni di ciclisti può essere opportuno creare una consulta della bicicletta per collegare l’ufficio alle realtà del luogo.
Per promuovere l’uso della bicicletta diversi Comuni hanno già costituito nelle proprie città un apposito Ufficio Biciclette, per capire di cosa si tratta ne abbiamo parlato con Gianni Stefanati che nel 1996 ha creato il primo Ufficio Biciclette d’Italia a Ferrara.
Cos’è un Ufficio Biciclette?
E’ una struttura interna all’amministrazione locale che si prefigge lo scopo di aumentare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto privato realmente alternativo all’uso dell’auto. Per raggiungere l’obiettivo mette in campo azioni di promozione e comunicazione, nonché collabora con uffici tecnici fornendo contributi specialistici per una corretta definizione delle infrastrutture e delle “facilities” per ciclisti.
In sostanza a cosa serve un UB?
A ricordare ad ogni livello decisionale che esiste la bicicletta come mezzo di trasporto ottimale in città. In Italia, anche nelle realtà più avanzate, si fatica a comprendere il ruolo decisivo che può avere la bicicletta nell’ambito della mobilità urbana. C’è la tendenza ad includere questo mezzo tra le opzioni di mobilità sostenibile dimenticando un dato fondamentale, cioè che la bici come l’auto permette la libertà di movimento individuale al contrario delle forme di trasporto di massa, collettive o condivise.
Che differenza c’è tra un Ufficio Biciclette e un Ufficio Mobilità Ciclabile?
La differenza sta nel fatto che un UB ha come obiettivo una città per ciclisti, a misura di bicicletta, mentre un UMC si propone di realizzare una città ciclabile, cioè dotata di infrastrutture, sostanzialmente piste ciclabili, sottopassi, segnaletica, ecc.
L’UB prepara e consolida la “cultura della bicicletta”, l’UMC pianifica e progetta la rete ciclabile.
Sono due cose distinte che vengono spesso confuse nelle città che muovono i primi passi.
Perché un Comune dovrebbe costituire un UB?
Ogni Amministrazione Comunale si pone il problema della gestione della mobilità e della salvaguardia della salute pubblica e l’uso diffuso della bicicletta è la più praticabile ed economica risposta che può dare per ridurre l’uso dell’auto e i danni che ne derivano.
Quante persone ci lavorano e con che funzione?
Normalmente l’Unità Operativa dovrebbe avere un responsabile affiancato da un’unità tecnica ed una amministrativa, quest’ultima può essere condivisa con altri uffici nell’ambito di un servizio/settore.
Quanto è il budget a disposizione?
Il bilancio proprio dell’UB per la promozione e l’incentivazione può variare molto da Comune a Comune, deve essere comunque sufficiente a coprire le spese per un numero definito di iniziative-azioni da sviluppare nel corso dell’anno.
Esiste una legge che dispone la costituzione di un UB?
A differenza del Mobility Manager non esiste in Italia una normativa che determini la costituzione di un Ufficio Biciclette presso i Comuni. Al momento esiste solo una raccomandazione della Commissione Europea – DG Ambiente contenuta nel “libro arancio” Cycling: the way ahead for town and cities, pubblicato anche in Italiano dal Ministero dell’Ambiente con il titolo Città della bicicletta, città dell’avvenire.
Che tipo di atto serve per costituire un UB?
Una delibera che definisce l’Unità Operativa nell’ambito di un Servizio è la cosa migliore ma, soprattutto all’inizio, si può pensare a vie diverse come l’ordinanza del Sindaco o la chiamata nominale con un consulente esterno all’amministrazione affiancato da interni.
Quale deve essere l’Assessorato di riferimento (mobilità, ambiente, agenda 21, ecc.)?
Non esiste una regola anche perché le deleghe moobilità-ambiente-A21L spesso coincidono. Poiché la volontà politica è determinante è bene insediare l’UB presso l’assessore più sensibile il quale deve subito impegnarsi per rendere stabile la struttura anche in caso di cambio di delega o di passaggio di legislatura.
Si può fare anche in altri Enti, tipo Provincia?
L’UB al momento è costituito presso singoli Comuni ma nulla vieta che possa servire per un consorzio di piccoli comuni. Esiste già presso la Provincia di Venezia.
E’ possibile costituire un UB con una convenzione esterna?
Nel caso di Parma l’UB è parte di Infomobility. Le agenzie di mobilità si prestano bene ad ospitare al proprio interno un UB.
Convenzioni di consulenza esterna con esperti sono alla base della maggior parte dei Comuni che hanno già costituito l’UB.
Come fare perché l’UB abbia un peso decisionale anche in assenza di competenze tecniche specifiche?
E’ questo uno dei problemi maggiori che incontrano i responsabili degli UB esistenti. Per ovviare è bene specificare che l’UB ha facoltà di approvazione preventiva di tutti i progetti (urbanistica, viabilità, lavori pubblici, educazione e giovani, ambiente, trasporti pubblici, ecc.) che possono riguardare la bicicletta.
Che rapporti tiene un UB con le associazioni di ciclisti?
Le associazioni dei ciclisti e in primo luogo i gruppi FIAB chiedono da sempre la costituzione degli UB nelle proprie città. E’ quindi normale che si realizzino rapporti costruttivi.
L’UB dovrebbe essere messo nelle condizioni di trasformare il lavoro di denuncia delle associazioni in strumento di lavoro dell’amministrazione comunale attraverso la messa a punto del Biciplan.
Cos’è il Biciplan?
E’ il piano generale della mobilità ciclabile inteso sia in senso programmatico per lo sviluppo della rete ciclabile sia come strumento pianificatorio di ogni azione diretta a incrementare l’utilizzo della bicicletta con soluzioni tecniche e promozionali.
Il Biciplan è normalmente adottato all’interno del PUT ma può vivere anche autonomamente con un aggiornamento che avviene normalmente ogni due anni.
Come si caratterizza un UB verso i cittadini?
L’UB una volta insediato deve dotarsi di un logo che dovrà servire per “segnare” ogni azione a favore della bici (depliant, cartelli, iniziative pubbliche, ecc.), deve inoltre strutturarsi con una sede accessibile in una sorta di front-office sia reale che virtuale per rispondere alle richieste dei cittadini.
L’UB dovrà inoltre essere presente con proprie pagine nel sito del Comune con le iniziative messe in campo.
Quali sono le prime azioni di un UB?
Molto dipende dalla situazione locale, in una città dove già esiste una tradizione ciclistica con piste ciclabili e servizi strutturati la prima cosa da farsi è organizzare le informazioni e riportarle su una “carta ciclabile della città”.
Dove la situazione infrastrutturale è debole e i servizi scarsi si può cominciare con organizzare l’offerta con bici pubbliche o a noleggio.
Che differenza c’è tra “bici pubbliche” e “nolo cicli”?
Entrambi i sistemi offrono biciclette che possono essere utilizzate da più persone.
Il noleggio biciclette è una normale attività che viene esercitata da un privato come libera iniziativa o con lo stimolo dell’Amministrazione mentre le biciclette pubbliche sono un sistema più complesso di offerta di mezzi in bike-sharing attraverso la collocazione di apposite rastrelliere in più punti della città dove l’utente in possesso di un pass (una chiave codificata o una card) può prelevare la bici, utilizzarla per il tempo necessario e riporla.
Il sistema più diffuso è “c’entro in bici”, adottato da almeno una trentina di città, la cosa interessante è che con la chiave codificata è possibile usufruire del servizio in tutte le città che fanno parte del circuito. Normalmente sono proprio gli UB che promuovono e gestiscono i sistemi di “biciclette pubbliche”.
Quale consiglio si può dare ad un Assessore che vuole costituire un Ufficio Biciclette nel proprio Comune?
Di non improvvisare e di non vergognarsi di copiare dalle realtà già attive. Non esiste un Comune più bravo ma solo uno che è partito prima. Gli errori si possono evitare più facilmente affidandosi all’esperienza di chi lavora da tempo sulle politiche di promozione della bicicletta.
Ci sono associazioni di Comuni che promuovono la bicicletta?
Oltre al Coordinamento Uffici Biciclette che è un gruppo di lavoro del Coordinamento Nazionale Agende 21, c’è l’Associazione Italiana Città Ciclabili che riunisce gli amministratori di molte città italiane e l’associazione europea “Cities for Cyclists” che collega comuni di 15 paesi, per l’Italia ne fanno parte Ferrara e Cuneo.
Link utili per approfondire:
NB l’intervista rilasciata da Gianni Stefanati l’ho recuperata da una pubblicazione AGENDA 21 pubblicata in formato pdf sul sito FIAB e scaricabile qui: UFFICI BICICLETTE, UNO STRUMENTO PER PROMUOVERE LA MOBILITÀ DOLCE