In questi giorni è molto accesa la discussione sulla viabilità di via del Secco, soprattutto in seguito alla presentazione della decisione di istituire un senso unico nel tratto che va da via della Gronda alla via Aurelia.
Mentre nella parte ad ovest di via Aurelia è stato realizzato un percorso ciclo-pedonale promiscuo che ancora presenta alcune criticità (rotonda presso l’intersezione con via Trieste), per il tratto ad est è stata attuata la soluzione di istituire il limite di 30Km/h e segnalare l’esistenza di un “percorso ciclabile” mediante l’apposizione di cartelli mantenendo il doppio senso di circolazione e consentendo il traffico pesante. L’introduzione del senso unico direzione mare riguarda una porzione di 200 metri su un itinerario complessivo di 10 chilometri che partendo dall’Aurelia al momento si interrompe nei pressi dell’INCABA mentre per l’accesso in direzione monti sarà utilizzata via Tito Speri mediante un senso unico da via Aurelia a via della Gronda. Queste soluzioni, a nostro avviso, renderanno difficoltoso l’accesso al percorso e porteranno il traffico motorizzato in una zona che al momento già gode di una naturale “isola ambientale” (assenza di marciapiede, traffico solo residenziale).
Andrebbe piuttosto riconsiderata l’ipotesi che ci era stata presentata qualche mese fa di attuare l’attraversamento del centro del Secco mediante l’istituzione di una vera e propria zona 30, completa cioè di tutti quegli accorgimenti di moderazione della velocità e del traffico a tutela di ciclisti e pedoni che già abbiamo avuto modo di illustrare all’Amministrazione Comunale.
Per approfondire:
- Articoli su zona 30 BICIAMICI.ORG
- Materiale tecnico su Zona 30 e “traffic calming” su FIAB – AREA TECNICA
- Cicloreport via del Secco e viale Kennedy su BICIAMICI.ORG
In particolare si potrebbero sfruttare i restringimenti della sede stradale attualmente esistenti o crearne di nuovi per realizzare una zona promiscua, anche mediante rialzamento della sede a livello marciapiede ed apposizione pavimentazione a pietra, per creare in chi si accinge ad attraversarla quella sensazione di ingresso in una zona dove le auto sono ospiti di un’area a prevalenza ciclo-pedonale. La definizione di un piano della logistica che regolamenti lo scarico-carico merci impedendo il transito di mezzi pesanti nelle ore di maggior congestione completerebbe sicuramente il quadro.
Le zone 30 (insieme a ZTL ed aree pedonali) sono proprio gli strumenti che tutta la letteratura di settore consiglia in caso di attraversamento di aree residenziali o commerciali, sottolineandone anche i benefici in termini di attrattività e vivibilità conseguenti; per i percorsi di collegamento si preferisce solitamente l’uso di corsie dedicate o ciclabili in sede propria, e non il contrario.
Questa nostra proposta consentirebbe, a nostro sincero avviso, non solo una maggiore vivibilità del quartiere ma permetterebbe anche di mantenere il doppio senso di circolazione risolvendo così la conflittualità scaturita fra le parti sociali a seguito della presentazione del progetto.
Ci siamo permessi di suggerire all’Amministrazione Comunale di Camaiore di sottoporre a commercianti, residenti ed utenti la scelta fra 2 alternative:
A) Una zona 30 che comprenda tutto il quartiere, mantenendo dove possibile il doppio senso.
B) Il piano proposto attuale. Offrire a residenti e commercianti la possibilità di scegliere fra due piani differenti valutandone vantaggi e svantaggi consentirà, infatti, un loro coinvolgimento nell’attuazione del progetto garantendone il successo.
L’associazione Fiab Versilia Biciamici consiglia comunque, in questo caso, la soluzione della Zona 30 più estesa possibile dichiarandoci disponibili fin da adesso a collaborare mediante campagne di sensibilizzazione ed il coinvolgimento dell’utenza.